Di tutte le incertezze di PS5

Diciamocelo: non eravamo pronti a un lancio di una nuova generazione di console così.

Un lancio senza lo spotlight sul palco dell’E3, senza tutti gli hands-on e le demo viste a Colonia, con tempi così dilatati e informazioni centellinate, video Teams call per presentare le line up, tanto da far temere fino alla fine che forse non tutto sarebbe stato pronto per il periodo natalizio.

E se da un lato Microsoft ha continuato a dare informazioni, video, aggiornare costantemente il blog con informazioni sulla sua Velocity Architecture fino alla UX della nuova Dashboard, inviare unità di review vuote alla stampa e ai blogger per far parlare del design, dall’altro troviamo Sony.

Sony che invece è stata parca di informazioni, non ha fatto ancora vedere nulla del sistema operativo, ha mostrato tutto sommato pochi gameplay, ha dato poche certezze che mettessero in risalto su design così radicale della sua console, ma ha rilasciato però uno spot tv pazzesco.

Fino a che qualche giorno fa ha mandato in streaming uno showcase in alcuni momenti bomba, in altri noia, in molti fumoso e confusionario, fino ad arrivare a quello che tutti ormai davamo per scontato per non perdere mercato: un prezzo di 399€ per la versione Digital Edition senza disco e 499€ per PS5 con disco.

E partiamo proprio dall’ultimo punto: dopo che Microsoft ha svelato le sue politiche di prezzo e soprattutto confermato l’esistenza di una next-gen a prestazioni ridotte (Xbox Series S) ma con un prezzo molto competitivo (299€), la politica di prezzo anche per Sony era praticamente decisa. Avere il tier alto allo stesso prezzo e andare a ribattere (con una perdita economica notevole) a 399€ con Xbox Series S. Il prezzo non è lo stesso, ma ricordiamo che se l’entry level di Microsoft è una Xbox con prestazioni ridotte, meno spazio disco, senza drive ottico e soprattutto senza il supporto nativo al 4k, PS5 All Digital avrà le stesse identiche caratteristiche di PS5, tranne per l’assenza del lettore di dischi.

E quindi, su questo punto, brava Sony. Che dalla sua posizione dominante ha aspettato e ha scelto una politica di prezzo sicuramente sensata. Peccato solo per quanto si sia fatta aspettare.

Sul resto dello showcase, come dicevo alti e bassi.

Perché aprire annunciando finalmente Final Fantasy XVI è vincere facile, facendo felici milioni di appassionati in tutto il mondo e continuano a confermare la vicinanza di Squarenix a Sony anche per un’altra generazione. D’altra parte fa però storcere il naso che quanto visto sia registrato su un PC che simula l’esperienza PS5 che diventa comprensibile con quanto compare poi a fine trailer: FFXVI sarà un’esclusiva console per PS5 e arriverà anche su computer. Una frase che ha lasciato forse spiazzata Squarenix, tanto che tutti i successivi trailer pubblicati non citano la versione PC e sembra quasi uno spoiler del contratto firmato tra SE e Sony, che non doveva però essere rilevato così.

Spider-man: Miles Morales continua rendersi sempre più interessante, ma quello che fa storcere il naso è che se viene venduto come disponibile in Holiday 2020, a fine conferenza, dal blog di Playstation, si scopre che invece sarà disponibile al lancio.

Nulla da eccepire su quanto visto degli altri giochi, da Hogwarts Legacy passando per COD, fino all’esteticamente pazzesco Demon’s Souls (però ehi, è un remake).

E poi arriviamo a un altro annuncio un po’ meh. Si tratta di PlayStation Plus Collection, spiegato come un benefit per tutti gli utenti PS Plus che offrirà l’accesso su PS5 a 18 grandi titoli PS4 (tra cui God of War, The Last of Us: Remastered, Uncharted 4: A Thief’s End, Battlefield 1, Fallout 4, Final Fantasy XV, The Last Guardian, Days Gone, Bloodborne, Detroit: Become Human, Persona 5, Resident Evil: Biohazard).

Lo definisco un annuncio meh perché è finalmente la prima volta che Sony dice qualcosa di specifico sul tema retrocompatibilità, ma non entrano nel dettaglio. Non specificato che è un benefit incluso e quindi gratis del PS+, non dicono se ci saranno dei miglioramenti nella grafica o nelle prestazioni dei giochi, non dicono nulla di cosa succederà con la retrocompatibilità di tutto il resto dei giochi. Si scopre qualcosa anche qui dopo, con un Jim Ryan che conferma alla stampa che il 99% dei giochi PS4 sarà giocabile su PS5 (ma senza dire come, da quando, se dovrà essere disponibile una patch specifica o se potremo inserire il disco e avviare direttamente il gioco) e si scopre qualcosa di più sul sito PlayStation ufficiale che recita “Divertiti con un vasto catalogo di giochi per PS4™ sulla tua console PS5” tra le caratteristiche della console.

Qualche info in più sul tema retrocompatibilità paradossalmente si ottiene tentando di capire qualcosa su un altro problema: cosa succederà con l’acquisto di un gioco PS4 disponibile subito o in un momento futuro anche per PS5?

Microsoft è stata chiarissima su questo aspetto, annunciando la sua Smart Delivery: acquistando un gioco compatibile con il sistema, sarà possibile giocarci su qualsiasi piattaforma compatibile, con anche la sincronizzazione corretta dei dati di salvataggio.

Nel mondo PlayStation sembra che invece tutto dipenderà dal singolo sviluppatore (o dal singolo gioco) e già vediamo che ad esempio Activision che vende un cross-gen bundle (più costoso) di Call of Duty: Black Ops Cold War che include la licenza sia PS4 che PS5; CD Projekt Red ha garantito che la versione PS4 di Cyberpunk 2077 sarà giocabile al giorno di lancio su PS5 e che rilascerà successivamente un upgrade gratuito del gioco che sfrutterà tutte le potenzialità della nuova console; EA ha annunciato la sua policy Dual Entitlement che assicura la migrazione di FIFA 21 e Madden NFL 21 da una generazione all’altra (specificando che serve una licenza digitale per far funzionare il gioco su una console next-gen solo digitale).

Insomma, un bel pasticcio confusionario.

E poi, il sistema operativo, la sequenza di boot, il suono di avvio della nuova console. Possibile che a 2 mesi dal lancio non si sia ancora visto nulla?

Sembra che tutto sia stato coordinato da una strategia di comunicazione decisamente non definita, forse dettata dall’incertezza del periodo e da uno sviluppo del prodotto in realtà non conclusa o in forte ritardo, a causa delle ovvie ripercussioni che i lockdown a livello mondiale possono avere avuto sulla progettazione e sviluppo della console. Non riesco a togliermi dalla testa che tutti quei rumor sui problemi produttivi al SOC principale di PS5 (che sembra vengano prodotti con uno scarto del 50% di unità non funzionanti) forse non sono così tanto infondati e a possibili problemi nello sviluppo del firmware che non rendono possibile far vedere gameplay reali, mostrare la dashboard o annunciare qualcosa di più preciso sul tema retrocompatibilità, così importante sia per scegliere se prendere la versione solo digitale (che è anche più bella) o andare sul sicuro su quella completa che per assicurare la possibilità di utilizzo della nuova console nella finestra di lancio, così scarsa di giochi nativi compatibili.


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