5 problemi dello streaming musicale

Luca Castelli su La Stampa elenca 5 problemi che affliggono i sistemi di streaming di musica online, che riassumo qui:

  1. Il modello di business non funziona. Al momento le major intascano il 70% dei ricavi, ma sembra che al momento non sia sostenibile per Spotify & co., tra chiusure trimestrali in perdita e iniezioni di liquidi degli investitori per far continuare l’operatività. Ovviamente, le major si prendono i soldi in anticipo.
  2. Gli artisti ricevono spiccioli. Sono diversi gli artisti che pubblicamente hanno sollevato il problema. Sembra che al solito parte del problema sia dovuto alle major, che lasciano pochi spiccioli ad artisti e autori, con contratti che rendono impossibile cambiare le cose.
  3. Il pubblico vuole spendere poco (possibilmente, niente). Il dato veramente interessante è che il costo annuo standard di un abbonamento streaming (119,88€) è superiore a quanto l’ascoltatore medio abbia mai speso in musica, anche nell’età d’oro discografica precedente a Internet. In ogni caso, per quanto molti utenti si accontentino delle versioni free di Spotify e Deezer, i nuovi player (Tidal e Apple, quando arriverà) non offriranno la possibilità
  4. Le esclusive rischiano di penalizzare i cataloghi. Questo è il problema maggiore, da utente: non tutti i servizi offriranno tutto. E se sto pagando un servizio che non mi offre quello che cerco, o smetto di pagare quel servizio, oppure cerco quello che mi interessa altrove.
  5. La realtà è diversa da quella che si racconta. C’è un problema di racconto e percezione: online si parla tantissimo di streaming, eppure secondo la IFPI il 44% del fatturato globale dell’industria musicale (14.824 miliardi di dollari) proviene ancora dalla vendita dei cd, mentre lo streaming incide solo per il 14,8%. Ma c’è anche un paradosso,  che va contro qualsiasi manuale di economia: per esempio, l’aumento della concorrenza sembra che stia penalizzando i consumatori (cataloghi ridotti, aumento dei prezzi).

Da: Tutti i problemi dello streaming

Foto in apertura: Simon Bierwald (Flickr)


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