iTunes 12 e quella necessità di drastici cambiamenti

La beta di iTunes 12 è ormai disponibile da diverse settimane per chi sta già provando Yosemite, eppure vorrei comunque spendere 2 parole su questo ormai pachidermico software di Apple, che ha sì aiutato a rivoluzionare il mondo della musica digitale, ma che oggi sembra sempre più lontano dalle esigenze odierne.

Lanciato da Cupertino con un elegant new design, la versione 12 di iTunes lascia in realtà un po’ perplessi perché non sembra molto di più di una rivisitazione del precedente secondo i dettami estetici del nuovo, pulito, tutto trasparenze Yosemite: certo, la nuova barra di riproduzione è molto bella (anche se il cursore di posizione della canzone è difficilissimo da utilizzare al primo colpo); lo store è decisamente meglio integrato e finalmente si apre nella sezione relativa ai media che stiamo vedendo; quella scomodissima e troppo popolata barra laterale è stata ripulita (non troppo) e nascosta (però a volte ricompare, portandosi con sé voci doppie che compaiono anche in altre parti dell’interfaccia).

Se sono nella parte "playlist" della sezione "musica", perché mi compaiono nella barra laterale anche l'indicazione dei due device connessi, quando c'è l'apposita sezione "device"?
Se sono nella visualizzazione delle playlist della sezione “musica”, perché mi compaiono nella barra laterale l’indicazione dei due device connessi (quando c’è l’apposita sezione “device”)? Perché mi compare la libreria “My Music”, quando c’è l’apposita visualizzazione nella barra orizzontale?

Eppure questi sforzi estetici non bastano. Non bastano per un programma che ormai è diventato troppo e avrebbe bisogno di una rivisitazione profonda.

È partito tutto col piede giusto, quando nel 2001 era un semplice jukebox (gratis) che permetteva di rippare i propri cd e ordinarli in playlist e tenere tutti i tag in ordine.

iTunes 1

Poi sono arrivati il supporto agli iPod (e trovare la propria musica perfettamente organizzata su un device senza impazzire con file e cartelle era sicuramente uno dei plus rispetto ai concorrenti), le smart playlist, gli store (prima di musica, poi di video e altro), i podcast.

Con la versione 10, iTunes è diventato un player di musica, podcast, video e radio, un archivio di eBook, un manager dei contenuti universitari di iTunes U, uno store per comprare tutte le citate tipologie di media, app ed ebook, un sistema per sincronizzare e fare il backup dei propri device (iPod, iPhone, iPad), un social network (ricordate Ping?).

Vedasi iTunes throught the ages

Troppo lontano da quella concezione di clean and simple che Steve Jobs aveva voluto per il suo iTunes del 2001 e anche l’inferfaccia è diventata un casino.

Con la versione 11 prima e con la 12 adesso alcune parti che creavano complessità sono state nascoste, ma non basta.

Forse ci vorrebbe qualcosa di più drastico, di una separazione di iTunes nelle sue diverse parti: un’app che possa gestire solo la musica (al massimo anche podcast e radio), una per gestire la libreria video, un’altra per i propri eBook (l’abbiamo già: iBooks), una per i contenuti di iTunes U e infine un’app per il sync e la gestione dei device.

Alla fine primo passo di questo processo è già stato fatto con iBooks, anche se nel passaggio ha perso alcune funzioni (come la possibilità di modificare i tag per i PDF, mentre la gestione delle raccolte è cambiata un po’) e rimane comunque agganciato ad iTunes per la sincronizzazione.

L’app per gestire i video avrebbe accesso alla sua sezione dell’iTunes Store e potrebbe tranquillamente essere una versione un po’ evoluta di QuickTime (e supportare ufficialmente qualche codec in più).

Altro discorso è invece per l’app che gestirebbe i device: ormai il grosso delle operazioni si può fare direttamente dal dispositivo, che siano aggiornamenti, backup e gestione della musica (con iTunes Match attivo), però potrebbe comunque diventare un servizio (eventualmente di sistema) sempre attivo che si aggancia alle librerie delle singole app e che – nel caso – gestisce il sync / backup, ovviamente anche via wi-fi.

Così, una volta eliminati gli altri media, l’app musicale potrebbe finalmente tornare ad essere solo un efficientissimo jukebox, più snello e reattivo (190mb di app e un’occupazione di memoria di quasi 400mb forse sono un po’ troppi, per qualcosa che bene o male è attivo il 90% del tempo sui nostri Mac) e con una notevole semplificazione a livello di UI.

E magari, già che ci siamo, si potrebbe anche migliorare il sistema di sincronizzazione di iTunes Match che – distanza di quasi 2 anni dal lancio al pubblico – è ancora lento, acerbo, pieno di bug. Qualche esempio?

  • sincronizzazione che impiega anche 10-15 minuti, a seconda della dimensione della library e della velocità della connessione: perché tutte le volte deve analizzare tutta la libreria e inviarla tutta ad Apple?
  • copertine che non compaiono correttamente sugli altri device
  • cambi di tag non riconosciuti immediatamente
  • lyrics non sincronizzati (perché!? motivi di pressioni da parte delle major?)
  • play count che non sembra tenere conto di tutte le riproduzioni fatte sui diversi device
  • l’impossibilità di inserire in playlist canzoni inserite in iTunes ma non ancora riconosciute da Match (pena la cancellazione della playlist da Match e la possibile duplicazione sugli altri dispositivi).

E forse ci sarebbe anche da provare a ragionare sulle vendite sempre minori dell’iTunes Store e dall’utilizzo sempre maggiore di sistemi di streaming (Spotify, Deezer, Rdio anyone?). Però su questo fronte c’è da attendere le prossime mosse di Apple con iTunes Radio e con Beats.

So what is the future of iTunes? It’s as a fringe app that increasingly fewer people will ever download. Theoretically, like Aperture, Apple could kill it off: iTunes has fulfilled its purpose. But why bother, when it can just die on its own accord?

iTunes Is Irrelevant. Now What?


Pubblicato

in

da

Tag:

Commenti

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.