Reeder per Mac: che la contaminazione abbia inizio

Da quando, anni fa, ho scoperto l’utilità dei feed, ho provato un sacco di programmi per gestirli.

Il primo esperimento è stato con safari, poi ho provato applicazioni specifiche e infine sono approdato a Google Reader: un’interfaccia perfetta, completamente online, accessibile da qualsiasi computer connesso ad internet (casa, università, lavoro) e anche dal telefono. Da quel momento non sono più riuscito ad utilizzare dei programmi residenti sul mac. Al massimo, per comodità e questione di caching dei contenuti, utilizzo l’ottimo MobileRSS su iPhone e su iPad.

Avevo sentito parlare bene della beta di Reeder per Mac e, complice un tweet di Livia, l’ho scaricato e installato (da qui).

E, già dal primo avvio, sono rimasto senza parole.

Dopo aver inserito le credenziali del proprio Google Account, l’applicazione inizia a sincronizzare shared items, categorie, unread, starred. E li presenta con un’interfaccia che definire curatissima è dir poco.

La finestra del programma ha una prima barra laterale sulla sinistra che mostra l’elenco delle categorie dei post. Selezionando un qualsiasi elemento, viene popolata la seconda sidebar con l’elenco dei post presenti nella sezione attiva e la parte principale della finestra è dedicata al contenuto del post.

Cliccando sul titolo del post o su un qualsiasi link, la seconda sidebar scorre a sinistra, nascondendo la prima e la finestra principale si allarga per favorire la visione del contenuto originale grazie al velocissimo browser integrato. Un click sulla x nella barra del titolo e si ritorna alla modalità classica.

Ma quello che stupisce di questo programma, non è l’incredibile stabilità o la velocità (notevole per essere solo una beta!), ma la cura di ogni piccolo particolare dell’interfaccia: non ci sono pulsanti volanti e grosse e brutte barre strumenti: sono infatti integrati o nella barra del titolo o nella barra inferiore; i colori tenui e la scelta dei font facilitano la lettura anche di post lunghi; le barre di scorrimento compaiono solo quando servono e non hanno uno spazio dedicato, quindi non rubano pixel preziosi per mostrare il contenuto.

Il tutto è di chiara derivazione dalle app di iOS ed è ciò che trovo veramente interessante. È ormai in atto quel processo di “ibridazione” e “contaminazione” che molti avevano previsto da tempo e dato per certo dopo il keynote del 20 ottobre 2010, quando Steve Jobs ha presentato Lion e il Mac App Store. Sviluppatori e designer di interfacce si son ritrovati a dover fare i conti prima con schermi piccoli e grosse dita per usarli (iPhone) e calcolare ogni singolo pixel di un sistema di interazione che non prevede mouseover, click e doubleclick, ma solo tap, double tap, swipe, zoom e pinch. Poi, con l’arrivo di iPad, hanno beneficiato di un aumento delle dimensioni dello schermo, ma hanno dovuto considerare sia l’orientamento verticale che quello orizzontale. E ora stanno portanto tutto quello che hanno imparato back to the Mac.


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Commenti

Una risposta a “Reeder per Mac: che la contaminazione abbia inizio”

  1. Avatar Suzu

    sembra molto bello, ma non posso installarlo perché non ho ancora aggiornato a SL :/

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