La nuova identity di Spotify

Spotify è oggi un brand che gestisce un catalogo di più di 30 milioni di canzoni, con un rilascio giornaliero (dicono loro) di almeno 20 mila nuove canzoni al giorno, che spaziano tra i più disparati generi musicali, dai più pop e commerciali a quelli più alternativi e indipendenti, fino ad arrivare a canzoni locali.

Il logo di Spotify è stato disegnato più di 7 anni fa e nasceva dall’esigenza di far conoscere una startup decisamente innovativa nel settore musicale e che quindi doveva distinguersi dalla massa. È per questo che era stato scelto quella specifica tonalità di verde, non utilizzato da nessun altro nel mondo della musica e del tech.

Spotify - Vecchia identity

Su quel logo si è poi costruita un’identity bianca, nera, verde, con il Proxima Nova come font, che però non ha mai spiccato per originalità e che oggi stona sempre di più, fino a sembrare poco rappresentativa di quella diversità musicale così variegata ed eclettica che dovrebbe invece supportare.

The goal of the new brand identity was to create a look that would signal to the brand’s core audience of millennials that Spotify was as rich and lively as the music culture it fronted, rather than simply a technology service that served up songs.

E così, dopo più di un anno di lavoro dell’agenzia Collins (qui le info sul progetto), la nuova identity è pronta per essere mostrata al quartier generale temporaneo della società all’SXSW che inizia oggi.

Non si tratta di un rework completo, visto che al momento il logo non è stato toccato, ma di un aggiornato alla comunicazione di cui abbiamo già visto alcune anticipazioni sul canale Instagram e dei primi utilizzi pubblici sulle cover delle Viral Charts curate direttamente da Spotify.

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Come si vede, una delle basi è l’utilizzo del colore: dall’unico verde del logo, la palette è ora composta da circa una 40ina di colori che vengono abbinati a coppie, virando l’immagine di sfondo tramite un software sviluppato appositamente: The Colorizer, che permette di automatizzare e velocizzare il processo, lasciando però alcune libertà ai designer di Spotify.

spotify logo

L’idea della tonalità doppia non è una novità ma arriva direttamente dal mondo musicale: negli anni ’60 alcuni poster di concerti e alcune copertine degli album erano proprio caratterizzati da questo stile bi-cromatico. Ma se in origine si trattava di un modo per contenere i costi legati alla stampa, oggi è invece un sistema che permette a Spotify di dare coesione e uniformità visiva ai materiali fotografici di migliaia di artisti, scattati con stili diversi da fotografi diversi.

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Oltre all’elemento cromatico, si aggiunge però anche un segno grafico che nasce dalla stilizzazione dei simboli di play, pausa, avanti e indietro, fino a diventare un elemento di rottura posizionato davanti o dietro al contenuto.

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Rimane ora da chiarire quanto il nuovo sistema avrà effetto sulla UI delle applicazioni, oltre alle già citate cover per alcune curated playlist.

Quello che è certo è che l’identity verrà sfruttata a fondo non solo sul sito, appena aggiornato, ma anche su tutti i materiali pubblicitari e promozionali, tentando di passare l’idea – soprattutto alla core audience costituita dai millenial – che Spotify non è solo un semplice servizio hi-tech che permette di ascoltare canzoni in straming, ma è invece un ecosistema vivo, ricchissimo e in continua evoluzione. Proprio come la musica che offre.

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spotify nuovo sito web


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