Nintendo Switch 2 Experience

Ho avuto la fortuna di essere estratto per l’accesso all’hands on di Switch 2 organizzato da Nintendo.

Nel corso di queste ultime settimane ho un po’ cambiato la mia opinione rispetto alle prime impressioni a caldo dopo il direct di annuncio, facendo un po’ passare l’entusiasmo dell’annuncio e mettendo da parte la passione per il settore, arrivando a una conclusione: non comprerò la console al day one (al netto della difficoltà di riuscire a preordinarla – sia chiaro). Per una semplice ragione: le possibilità d’uso e assenza di giochi per me veramente importanti.

Infatti, seppur attirato dalla follia del nuovo Mario Kart World, mi rendo conto che sono sempre meno le occasioni in cui ho un gruppo di amici a casa e soprattutto ci sono possibilità di giocare insieme in gruppo. E per quelle volte che succede, il setup di console e giochi attuale permette comunque di coprire senza problemi questi momenti. Comprare tutto per Mario Kart World in single player o online non mi attira: preferirei dedicare il mio tempo e soldi su altri giochi, con una maggiore componente narrativa (e magari finire una delle decine di titoli comprati e abbandonati).

Inoltre, la lineup di giochi in esclusiva al momento è limitata e comprarla per i nuovi titoli di terze parti in arrivo è un contronsenso, avendo già PS5 e soprattutto Xbox e il suo GamePass, che sempre più offre spazio anche a indie e titoli sperimentali su vari livelli.

Detto questo, parliamo di questa Nintendo Switch 2 Experience.

Prima di tutto c’è da fare i complimenti a Nintendo per l’organizzazione (e i gadget che fanno felici sempre tutti: una borsina rossa in tela pesante con all’interno una penna, un blocchetto di post-it, un poster e una mini borraccia termica – tutto brandizzato).

Una volta giunto l’orario dello slot di ingresso, ci hanno compagnato una prima serie di postazioni per 2 demo di Mario Kart: una prima con la console in modalità docked e 2 giocatori, giocando in split screen. Il feeling di Mario Kart è sempre quello, con qualche piccola modifiche al gameplay e nuove meccaniche (il grind sulle ringhiere, la raccolta del cibo), ma con un campo visivo molto più esteso, corso meno lineari e con molte più possibilità di percorsi alternative e scorciatoie e soprattutto una fluidità dell’azione a schermo notevole. Finita la prima gara, c’era la possibilità di provare un’altra gara in modalità portatile.

I vari sistemi di sicurezza anti taccheggio non mi hanno dato la possibilità di percepire correttamente il peso, ma la sensazione al tatto è di una costruzione molto più solida della console e una sensazione di maturità, che fa subito percepire la precedente generazione come più giocattolosa.

L’attacco magnetico dei joycon è veramente potente, lo schermo più grande e definito (i 1080p si vedono tutti rispetto ai vecchi 720p), con una resa molto più brillante e luminosa, pur essendo solo un LCD e non un OLED. E anche in modalità portatile la fluidità è notevole.

Finite queste prime prove, eravamo liberi di metterci in coda per provare gli altri giochi nelle varie postazioni, ognuna con una demo di circa 10 minuti e un addetto che ti seguiva in tutto.

Ecco quello che ho provato:

  • Mario Kart World in modalità sopravvivenza: 12 postazioni per provare questa modalità a eliminazione, contro ulteriori 12 personaggi gestiti dalla CPU per un totale di 24 giocatori e tanta tanta tanta follia. Il tutto si svolge su un percorso di 5 circuiti, collegati tra loro da percorsi nel mondo, senza nessuno stacco, interruzione o caricamento. A parte il pollice indolenzito dopo aver tenuto premuto il tasto di accelerazione per tutto quel tempo, è sicuramente la novità più interessante della nuova versione del gioco. Pazza e caotica, pur avendola provata solo in modalità 100cc a bassa velocità, ma molto molto divertente. Approvata.
  • Metroid Prime 4: Beyond: non conosco a fondo la serie di Metroid Prime, ma la demo mi interessava per provare la modalità mouse dei joycon. E mi ha piacevolmente stupito per la qualità nel puntamento e il passaggio istantaneo alla modalità senza dover entrare in menù o attivare varie impostazioni. Basta appoggiare il joycon al tavolo in verticale ed è subito in modalità mouse. Lo si solleva e torna in modalità joycon classico. La cosa scomoda è trovare la giusta impugnatura per la mano, dovendo riuscire ad arrivare ai trigger posteriori per sparare e contemporaneamente ai tasti sul fronte (almeno alla Y per entrare nella modalità sfera, utile in alcune boss fight). Altra problematica sono i casi d’uso: la postazione demo era una scrivania con appoggiata la tv e un mouse pad gigante. Quanti di noi giocano con un setup così e non su un divano (magari senza neanche un tavolino davanti)?
    A parte questo, la demo era in modalità performance a 120fps e la fluidità si vedeva tutta. La modalità quality non era al momento disponibile e sarei stato curioso di vedere cosa cambiava a livello di resa, perché comunque la rappresentazione a schermo non aveva comunque la quantità di dettagli – che so – di un Destiny 2 (per citarne uno che conosco benissimo).
  • Donkey Kong Bananza: confesso che dal trailer mi aveva dato fastidio l’eccessiva voglia di mostrare un Donnkey Kong esageratamente demente (la scena in cui i cattivoni gli rubano la mega banana d’oro? Tremenda, per me). Eppure una volta con mano per me sono saltate fuori le potenzialità del progetto. Un platform game che ti permette di scavare letteralmente a 360°, distruggere tutto, che offre mille possibilità di combattimento con i nemici. Su schermo è tutto un luccicare di pepite d’oro, di terra e pietra che si spacca, in ambienti di gioco che sembrano enormi da esplorare, in tutte le direzioni e con enigmi ambientali di vario tipo. La mia sensazione è che nel portare la terza dimensione a Donkey Kong, Nintendo abbia voluto trovare una formula diversa per non farlo sembrare un Super Mario con una skin pelosa. E la formula diversa c’è, si vede e funziona molto molto bene.
  • Super Mario Party: Jamboree TV: ho provato una sessione dei minigiochi che sfruttano solo la cam. Nulla di nuovo rispetto all’idea del Kinect, con la differenza che è fatto con tecnologia del 2025, il riconoscimento delle azioni è molto più preciso, il ritaglio dei corpi dal flusso video della cam allo schermo perfetto, è tutto molto più fluido. Aggiungi poi la classica follia Nintendo di quando si parla di minigiochi e hai il party game del 2026. Sempre che si abbia un salotto enorme per potersi muovere liberamente – sia chiaro – e il solito gruppo di amici con cui fare gli stupidi.
  • Hades II: anche se l’early access è disponibile ormai da quasi un anno, non avevo ancora avuto modo di provarlo. La demo era limitata alla solita decina di minuti e non ho avuto modo di esplorare molto, ma la sensazione è di avere davanti qualcosa di familiare ma al contempo diverso – tenendo però un altissimo livello a livello di design e produzione. Su Switch 2 è una meraviglia di fluidità in modalità TV e di brillantezza in modalità.
  • Split Fiction: il gioco è sempre quello, ma mi interessava provarlo per capire se c’erano differenze rispetto all’esperienza su altre piattaforme. Long story short: no.

C’erano poi altre postazioni con Hogwarts Legacy, Civilization VII, Bravely Default: Flying Fairy, Yakuza 0 Director’s Cut, Cyberpunk 2077: Ultimate Edition, Street Fighter 6, Nintendo Switch 2 Welcome Tour, Drag x Drive e infine le varie versioni enhanched di Zelda e Kirby. Queste, le ho un saltate direttamente sia per mancanza di tempo, che per non troppo interesse.

Proporre il Welcome Tour a pagamento lascia il tempo che trova e lo fa a mio avviso diventare un no-buy istantaneo (al contrario della piccola opera d’arte che è Astrobot incluso gratuitamente con PS5).

Le varie edizioni di giochi di terze parti che arrivano ora su console Nintendo, per quanto interessanti per l’ecosistema che può ora attirare una fascia maggiore di videogiocatori, per me sono comunque non interessanti, avendo a disposizione sia Xbox che PS5.

Lo stesso vale per le edizioni enhanced dei vecchi giochi Nintendo, che già possiedo su Switch 2 e non ho intenzione di rigiocare. Sicuramente interessanti per chi si avvicina a una Switch ora e vuole recuperare i vecchi Zelda in attesa di un nuovo capitolo.

Alla fine della mezza giornata di prova, ho confermato le impressioni date dal direct, sul grande passo in avanti fatto a livello di hardware e di costruzione. Non mi straccio le vesti per la presunta mancanza di innovazione: a questo giro, abbiamo una Nintendo che vuole consolidare la formula che aveva funzionato con la prima Switch e vuole provare a espandere il suo mercato offrendo un hardware non limitante per progetti di terze parti.

Non entro neanche sulla polemica del “meglio Steam Deck”: no. Non ha senso paragonare le prestazioni. Il paragone va fatto sull’offerta di giochi e Switch 2 è l’unica console che dà l’accesso alle mille IP esclusive Nintendo. E che ora permetterà anche di giocare una maggiore quantità di giochi di terze parti, che immagino usciranno più o meno in contemporanea con le controparti Xbox e PS se multipiafforma.

È cambiata però la mia predisposizione all’acquisto? Per no.

Penso se ne parlerà a Natale 2025, o alla prima promo di qualche negozio, probabilmente dopo l’uscita di Pokémon Legends: Z-A, perché va bene farsi del male con l’ennesimo gioco tecnicamente pessimo di Game Freak, ma meglio farci male con qualche frame al secondo in più (poi capiremo come siamo passati dal piccole opere d’arte in pixel art a questo orrore dei giochi in 3D).


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