Nest – The learning thermostat

In questi giorni sta rimbalzando online la notizia di questo nuovo prodotto chiamato Nest. Un termostato.

“So what are you working on lately?” a friend asks over lunch.
“I started a new company. We make thermostats.”
They chuckle, take a bite of their salad, “No, seriously. What are you doing?”
“I’m serious. Thermostats.”

Queste sono le parole che riporta Tony Fadell nel presentare Nest.

Nest è un termostato “intelligente” che riesce a imparare le nostre abitudini e a creare automaticamente la programmazione settimanale, senza impazzire in caso di  È dotato di una serie di sensori (temperatura, umidità, presenza) che gli permettono inoltre di ottimizzare ulteriormente i consumi e di wifi integrato, con cui si collega ad internet per verificare la situazione metereologica della zona e permettere il comando remoto.

Un primo aspetto interessante è che tutto è fatto nella logica della semplicità assoluta per l’utente: non deve far altro che installarlo, accenderlo, scegliere se riscaldare o raffreddare la casa e impostare la temperatura. Fine. In caso di necessità si potrà regolare la temperatura e Nest memorizzerà tutti i cambi effettuati e ne terrà conto per il futuro, analizzando i pattern di comportamento e lasciando invece perdere modifiche singole. E non ci si deve neanche preoccupare di ricordarsi di abbassare la temperatura quando si esce e rialzarla quando si rientra: ci pensa lui grazie ad un sensore di presenza integrato.

Un secondo aspetto è quello estetico: Nest è un termostato bellissimo, forse tra i più belli che ci sono. C’era forse già qualcosa di simile (come ad esempio questo progetto di Kelsey Halberg), eppure, pur partendo da uno stesso assioma, la qualità del risultato finale è completamente diversa: per la scelta dei materiali, la purezza delle forme, l’integrazione perfetta della ghiera scorrevole, la bellezza del display e l’organizzazione delle informazioni sullo stesso.

E in tutto questo, nulla sembra lasciato a caso, tutto sembra essere il risultato di uno studio meticoloso e di una progettazione rigorosa. L’effetto finale è quello di trovarsi davanti a qualcosa designed in Cupertino CA. Semplicità d’uso, estetica perfetta, rigore: il paradigma di un qualsiasi prodotto Apple.

E in tutto questo, bisogna sottolineare che anni fa Tony Fadell era il direttore generale della divisione iPod & Special Projects di Apple?

 

 


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